SPECIALE Brocas Helm: military men!
Pur non appartenenti all'elitè di ferro che delineò i tratti primordiali dell' Heavy Metal Epico a cavallo tra gli anni '70 e gli '80, Brocas Helm è comunque tra gli alunni precoci nel prendere atto delle coordinate stabilite da Heavy Load, Legend e Cirith Ungol. Il trio californiano appare immediatamente come uno dei più ricettivi ed al tempo stesso imprevedibili della sua epoca: la feroce miscela che alimenta il debutto "Into Battle" (1984) è singolare variazione sul tema, sensibile alla melodia di marca Thin Lizzy e ai tempi vorticosi riconducibili all'immaginario motorheadiano.
All'indomani del secondo (e meno riuscito) "Black death", le tracce dei Brocas Helm iniziarono a svanire, ma la loro delirante proposta continuò a pulsare, confinata nelle viscere dell'underground, sovrapponendo tematiche tradizionali del filone epico all'estetica bellica novecentesca, in un Medioevo ucronico sempre più tetro e stralunato.
DEFENDER OF THE CROWN
(autoproduzione, 2004)
"Defender of the crown" arrivò in redazione con l'impeto del caccia bombardiere ed una grafica da grindhouse; mi assicurai quindi gli oneri della recensione mettendo un veto istantaneo sul compact promozionale. L'impatto con il primo ascolto andò oltre le aspettative: Brocas Helm aveva raccolto quanto seminato durante un oblio quasi ventennale e, senza esagerare, lo stava riconsegnando attraverso il miglior disco della sua frammentaria carriera. Al fianco di solenni attestati di metallo ipercalorico, come l'indemoniata "Cry of the banshee" e lo spudorato Maiden-dittico "Juggernaut" / "Helm's deep", il commando Brocas Helm inseriva episodi assolutamente folli e dalle
forme dissacranti: "Drink and drive" vomitò attraverso i diffusori tutta la sua assordante genialità, mentre "Ghost story" esibiva una recitazione psicotica e lugubre, come nella più bizzarra delle pellicole horror in bianco e nero.
Il pezzo che pubblicai in un editoriale di Hammerblow datato 2004 risulta tutt'ora probante:
" [...] Brocas Helm costituiscono un'importante appendice per i fans di quell'Heavy Metal arcaico, epico e talvolta sproporzionato che pezzi da novanta come Cirith Ungol diedero alla luce nei primissimi mesi degli anni '80 [...] e fanno parte della prima generazione di figli di un sound rudimentale e ossianico, al fianco di Omen ed altri guerrieri d'acciaio consacrati alla leggenda.
Con "Defender of the Crown", il power trio di San Francisco si pone di fronte agli anni 2000 con una imperdibile collezione di materiale stagionato, riesumato per l'occasione: la micidiale alchimia dei Brocas Helm non lascia indifferenti, specie nel momento in cui le figure dispotiche e militariste di Bobbie Wright
dal film "Rose and Viktor: no mercy" (2017)
il trailer di "Rose and Viktor: no mercy" (2017)
& Co intonano vere e proprie marce dittatoriali come l'allucinata "Ghost Story" o [...] "Juggernaut". Sfrontato e deciso l'assalto di "Cry of the banshee", un potenziale classico che rimbomberà fin dal primo ascolto, facendoci immaginare Jim Schumacher che brandisce il basso in un'eccentrica posa da attacco terra-aria!
La title-track, con i suoi celtismi di chiara scuola Maiden/Thin Lizzy, corona questo nuovo must, che dovrete fare vostro prima che finisca sulle liste di collezionisti e appassionati [...]"
...evidentemente, l'articolo fu premonitore riguardo l'attuale indice di rarità dell'album.
La formula sui generis di "Defender of the crown" riuscì persino a suggestionare a posteriori una fetta di utenza al di là del culto metallico: ne è prova concreta l'inclusione di "Cry of the banshee" nella colonna sonora di un videogioco e, molto più tardi, nel commento musicale di uno strampalato film della Troma... con Jim Schumacher coprotagonista!
Massimo