SPECIALE NWOTHM: il viaggio continua...
Osservate il look di P.J. Lagriffe, high-priestess nonché batterista dei misteriosi Sandstorm: tutto riconduce al versante esoterico della NWOBHM, alla mutazione in chiave anni '80 delle tremende coreografie sabbathiane.
In realtà, il corteo stregonesco dei Sandstorm scava fino al rinvenimento di un'essenza sonora vicina, con le naturali proporzioni, più ai primi Mercyful Fate che agli inquisitori inglesi Witchfinder General e Angel Witch, comunque omaggiati tra le righe.
L'illustrazione sulla copertina di "Desert warrior" non è tra le più invitanti, né gli anatemi lanciati da Stevie Whiteless hanno la pretesa di paragonarsi a quelli di King Diamond, ma non tutto è a svantaggio di Sandstorm - triarchia multietnica con base operativa a Vancouver e già nota grazie al debutto "Time to strike" (2019). Come dicevo, la riproduzione dell'affresco gotico è essenziale ma genuina nelle intenzioni, la solforosa title-track e la più affilata "Eat me alive" chiarificano come certi arrangiamenti volontariamente scarni e ossessivi diventino, qui, quasi apologia del minimalismo. Oppure, se preferite, raro episodio di nozze coi fichi secchi.
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Posto ormai che la "nuova metal-ondata" debba essere approcciata come un gradevole diversivo e non come un'accademia per future superstar, è d'obbligo segnalare la presenza di un ristretto contingente dedito all'imitazione dei giurassici Heavy Load.
Onestamente, non ho perso troppo tempo a fantasticare sulle ragioni di un simile microclima in seno alle giovani forze armate, dato che potrebbe trattarsi di semplice coincidenza.
E' constatabile, invece, che piccole realtà come gli svedesi Century oppure il progetto Konquest (one-man-band del polistrumentista toscano Alex Rossi) mettano sul piatto, con i rispettivi "Demo MMXX" e "The night goes on", molta più sostanza di quanta ne metterebbero oggi gli Heavy Load stessi. Questa osservazione apre ad una chiave di lettura alternativa del mito contemporaneo NWOTHM: al di là dell'imitazione più o meno approfondita, chi tra i "nuovi eroi" ha la verve artistica necessaria per aggiungere qualcosa al proprio sottoinsieme di riferimento?
Konquest ha sicuramente qualche numero efficace in tal senso, lo si evince da estratti come "The night goes on" e "Helding back the tears", che con Heavy Load condividono -tra l'altro- il rispetto profondo per Phil Lynott ed i suoi Thin Lizzy; lo stesso vale per il duo lungocrinito dei Century, connazionali e perfetti replicanti della storica band di "The guitar is my sword" e "Heavy metal angels"!
Da entrambi, ora, si attende caldamente una conferma -tutt'altro che scontata- oltre i circuiti amatoriali del fai da te.
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Uno strano avvertimento di "pubblicazione imminente" campeggia già da tempo sulla copertina con cui Stormspell Records annuncia l'asso nella manica Blade's Edge. Mi chiedo cosa stiano aspettando a pubblicare ufficialmente il progetto, qualunque sia il formato, poiché Blade's Edge -creatura ecuadoregna dell'esagitato Sage Savage!- rischia di essere uno dei dischi più incredibili mai arrivati dalle calorose sponde latinoamericane.
Il factotum dall'irresistibile pseudonimo ricrea, con pochi mezzi e molta fiducia nei propri intenti, un elaborato che cita Loudness, Razormaid e Ratt, in una puntigliosa rievocazione del tipico Heavy-sound di metà anni '80.
"Witch spells" non è, ovviamente, un capolavoro in senso assoluto e ci si aspettano miglioramenti, soprattutto dal banco di missaggio: è stupefacente, invece, come Sage Savage (ancora punti esclamativi! nda) si scateni in un lavoro chitarristico e compositivo variopinto e sapientemente assemblato, mai scontato nelle trovate ritmiche e totalmente in controllo nelle turbolenze virtuosistiche.
L'esordio di Blade's Edge è attualmente degustabile soltanto in formato liquido, attraverso il contenitore NWOTHM Full Albums, conviene quindi riportare di seguito il relativo collegamento.
Massimo
