RICORDI: Jon Oliva e quella strana intervista...

26.10.2021

Non sempre i "colpi" di Hammerblow davano risultati entusiasmanti. L'impegno, la passione, i contatti raccolti, qualche volta non erano sufficienti a produrre un pezzo di editoria interessante. Soprattutto se dall'altra parte del complesso telematico c'erano nomi di risonanza internazionale, poco interessati a dedicare il proprio tempo ad una realtà circoscritta come Hammerblow.
Riuscii, comunque, a portare sulle nostre pagine dell'epoca il superstite numero-uno della prima formazione dei Savatage, ma si sa: la follia regna, nelle sale del Re della Montagna!
L'unico metodo che consentiva ad una piccola fanzine di stabilire un contatto con personaggi di peso (niente battutacce!) come Jon Oliva era impostare l'intervista utilizzando la "posta elettronica"...previo contatto con i manager! Non faticherete a capire che, al centro dei miei dubbi, fosse soprattutto quello relativo all'identità di chi avrebbe risposto alle nostre domande. In breve: nessuno saprà mai se l'intervista che comparve su Hammerblow -nel dicembre del 2004- sia stata affrontata dal Mountain King in persona o meno. Verosimilmente, il leader dei 'Tage sbrigò il suo impegno promozionale più in fretta che poté.

Perché non ho catalogato questo articolo nella normale routine delle interviste? Per i motivi di cui sopra, ma non solo: a complemento di questo episodio, vale la pena ricordare il bellissimo concerto che Jon tenne al Tradate Iron Festival, successivo di sei mesi al nosrtro editoriale, con Jon Oliva's Pain - un progetto mai effettivamente "decollato". 

biglietto Firenze ottobre 2001 (rinviato al 2002). Collezione privata
biglietto Firenze ottobre 2001 (rinviato al 2002). Collezione privata
J. Oliva sul palco di Tradate 2005. Foto Hammerblow
J. Oliva sul palco di Tradate 2005. Foto Hammerblow
Savatage su Metal Shock, 1997. Collezione privata
Savatage su Metal Shock, 1997. Collezione privata

Avevo assistito in passato ad altre esibizioni dei Savatage, tra cui quella -devastante- al Tenax di Firenze nel 2002 (precedentemente rinviata a causa dei tragici eventi newyorkesi dell' 11 Settembre) ma, dato che in quel di Tradate ero presente in qualità di addetto-stampa, così mi espressi redigendo il reportage:

[...] ero consapevole del fatto che il mountain king avrebbe saccheggiato il repertorio classico di Savatage, ma che addirittura un energumeno di tale stazza scorrazzasse per il palco, divertito e pronto alla battuta, sulle note [da tempo trascurate] di "Power of the night", "Tonight it grins again", "Hounds" e "Ghost in the ruins" era quasi utopia. Quello di Jon Oliva [...] si è rivelato come il momento più intenso di tutta la giornata: teatrale, [...] rovente, ed episodi come "City beneath the surface", "Hall of the mountain king", "Believe", "Jesus Saves" e "Gutter ballet" hanno funzionato stavolta da nobile surround ad una prestazione assolutamente impeccabile.

da Hammerblow, 4/6/2005

Una vita fatta di ferite mortali (la perdita del fratello Criss, nel 1993) e, forse, di troppi eccessi, quella di Jon Oliva. Un caso cromosomico più unico che raro, quello dei due geniali fratelli italo-americani: Savatage erano in grado di iniettare perversioni inedite nell'Heavy Sound con i putrescenti riff di "Sirens" e "Hall of the mountain king", di spezzare gli equilibri con architetture imprevedibili ("Streets") o altamente drammatiche ("The wake of Magellan"). Duole apprendere che, recentemente, Jon è stato nuovamente protagonista di uno spiacevole sipario a base di cocaina ed interventi della polizia. Vita spericolata, direbbe qualcuno.

manifesto Firenze febbraio 2002, collezione privata
manifesto Firenze febbraio 2002, collezione privata

Jon Oliva's Pain, sorta di spin-off della band d'origine, ha prodotto in verità quattro album ed un EP, peccando di scarsa omogeneità nella direzione-sonora (soprattutto nel primo "Tage Mahal", comunque interessante) e di un'ispirazione al massimo "intermittente" sulle release successive. Dal 2013, anno di "Raise the curtain" a semplice firma Oliva, nessuna nuova dagli studi-di-registrazione.

L'intervista che riporto di seguito in versione integrale fu strana e deludente. Per me (che me ne occupai), per la redazione, per i lettori di Hammerblow - di ieri e, forse, anche di oggi. Lo step peggiorativo rispetto a quanto segue avrebbe potuto essere soltanto una conversazione a monosillabi. Ecco il sottotitolo con cui sdrammatizzai il flop:

"Quattro chiacchiere (di numero) con il Mountain King: dono della sintesi o...fretta?"

L'INTERVISTA

HB: [...] Partiamo dal tuo nuovo progetto, Jon Oliva's Pain, che ancora non ho avuto modo di ascoltare: devo aspettarmi qualcosa di simile al sound dei Savatage oppure una cosa del tutto diversa?

JO: In linea di massima è qualcosa di leggermente più dark rispetto agli ultimi album dei Savatage...tuttavia credo che piacerà anche ai Sava-fans!

HB: Questo non è il tuo primo impegno "parallelo". Mi viene in mente l'omonimo album di Dr. Butcher...c'è qualche connessione tra la tua ultima prova e quel progetto?

JO: Assolutamente no. Dr. Butcher era un prodotto molto grezzo, per il quale ho scritto soltanto i testi, non la musica.

HB: Ho letto nel tuo sito che "JO's Pain" è un mix tra il tipico sound dei primi Savatage ed...i Beatles: una descrizione singolare! Mi puoi spiegare cosa intendi esattamente?

JO: Intendo proprio un mix tra le mie influenze principali: Beatles, Queen, Black Sabbath, Deep Purple e ovviamente anche i Savatage. Diciamo che sono tornato alle mie radici...

HB: Rimanendo sulla tua carriera parallela ai Savatage, ricordiamo gli album che hai realizzato con il progetto Trans-Siberian Orchestra, musiche incentrate sul tema del Natale. Mi piacerebbe sapere il perché di questa scelta persistente sul concept natalizio....

JO: Questa è una domanda che dovresti fare a Paul O'Neill, più che a me. Trans-Siberian Orchestra è il suo progetto ed i concept sono suoi. Io ho solo scritto le musiche.

La prossima domanda è da contestualizzare in un periodo storico in cui non solo i rotocalchi digitali dedicati all'Heavy Metal erano (ancora) pochi, ma non c'erano neanche "programmi" e smartphone in grado di informare il mondo intero in-tempo-reale, come avviene oggi: il quarto album della Trans-Siberian Orchestra uscì, a sorpresa, proprio nei giorni in cui fu realizzata questa intervista...

HB: Pensi che verrà realizzato un nuovo album con TSO?

JO: Well...abbiamo già quattro dischi all'attivo e abbiamo pianificato ulteriori cose per il futuro...

HB: Veniamo ai Savatage: ad un certo punto della carriera, nello specifico con "Streets", il suono della band si fece più "sinfonico" e molto differente rispetto al materiale degli esordi - decisamente più Metal! Come mai questa svolta?  [...]

JO: Amo i primi lavori dei Savatage. Per quanto riguarda il cambiamento di stile, direi che siamo semplicemente progrediti: e bisogna farlo, è necessario affinché il progetto duri quanto siamo durati noi.

HB: Cambiando un attimo argomento: sai che la prima stampa di "Sirens" su PAR Records viene venduta tra i collectors a circa 300€ (oggi, per la stessa edizione in buone condizioni si può chiedere anche di più... nda) ? E non è tutto: tempo fa, un sito di collezionismo valutò il vinile di "Edge of Thorns" 300€, ovviamente un banale errore di battitura: il redattore aveva messo uno zero di troppo! La sapevi questa? (faccio qui riferimento ad un bootleg del 2001, dato che l'album "Edge of thorns" non fu mai stampato in formato vinilico - salvo riedizioni molto recenti, nda)

JO: Mi giunge assolutamente nuova! Ma è la prassi: sono sempre l'ultimo a venire a sapere questo genere di cose!

HB: Senti, non so se hai voglia di parlare un attimo di tuo fratello Criss...te la sentiresti di buttare giù un pensiero per ricordarlo insieme a noi?

JO: Non passa un giorno della mia vita che io non pensi a lui. Mi manca, gli voglio bene...ed un giorno saremo nuovamente insieme.

HB: Dopo la sua scomparsa, Savatage hanno avuto comunque ottimi chitarristi...Alex Skolnick, Chris Caffery, Al Pitrelli ed altri. Ma tra tutti questi, c'è qualcuno che ti ha ricordato Criss, nel modo di suonare?

JO: Sì, Chris Caffery e Matt LaPorte. Penso che entrambi suonino molto simili a Criss.

HB: Ed ora, persino un nuovo cantante, Damond Jiniva. Ho assistito a ben tre date del vostro tour più recente, e ricordo che alcuni brani li hai cantati tu. Spiegaci chi è, in via definitiva, la voce solista dei Savatage.

JO: Damond ha fatto un lavoro incredibile in tour, ma c'è solo una voce per i Savatage, e quella sono io.

HB: Sempre parlando dell'ultimo Sava-tour: ricordo con particolare piacere la data a Firenze. Anche tu hai origini toscane...o sbaglio? Com'è andata quando siete venuti a suonare qui?

JO: E' andata benissimo, amo l'Italia e sono sempre contento di suonare per i fans italiani: sono davvero grandiosi!

HB: Pensi quindi di ritornare a suonare da noi? Dacci qualche anticipazione sull'attività in studio e live dei Savatage...

JO: Sicuramente torneremo a fare qualche data in Italia. In casa Savatage, stiamo pianificando un CD per il 25esimo anniversario della band!

La domanda seguente, oltre che un tentativo disperato di dare "brio" ad una conversazione altrimenti tiepida, faceva riferimento in effetti ad un'intervista che una (ben nota) rivista pubblicò negli anni '90...

HB: Anni fa, lessi su un magazine italiano che tu sei un maniaco del...porno! E' vera questa storia?

JO: E questa da dove esce fuori???!!! Ero forse ubriaco???

HB: Siamo arrivati alla fine. Ti faccio i migliori auguri per il tuo imminente tour promozionale (al momento dell'intervista, Jon è in partenza per la Grecia). Saluta come meglio credi le Sava-Legions italiane!

JO: I love you all!!! State bene e godetevi il mio nuovo CD, è tutto per voi! Peace out!

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