LA SORPRESA: Vektor, ultime dallo spazio profondo

09.03.2021

VEKTOR / CRYPTOSIS - Transmissions of chaos
(split album, District-19, 2021)

Diffidate di chi insiste nel decantare l'ottimo stato di salute dell'Heavy Metal Estremo. L'estenuante carosello di giovanissimi alle prese con il calco di Burzum, Dissection e via dicendo ha, non solo metaforicamente, il face painting curato dall'estetista e la rabbia verace di un cinepanettone. E, se tale emulazione di superficie basta per appagare la vostra brama di evil metal, le piattaforme dedicate alla musica indipendente vi offriranno senz'altro decine di novità al giorno su cui scommettere. Euronymous, buon'anima, inorridirebbe.

Dopo questo perentorio ma doveroso incipit, lasciate che vi racconti di come, qualche anno fa, rimasi intrappolato nel fitto reticolato dei Vektor, ascoltando casualmente il loro "Terminal redux": un album di genere imprecisato, un viaggio siderale totalizzante nella più intricata dimensione metallica, riecheggiante Watchtower, Death, Voivod, Mekong Delta...ma anche Pink Floyd ed altri numi tutelari di imprevedibile estrazione. Il leader David Di Santo finalizzava la sua futuristica macchina mortale con efferate grida mutuate dal black metal, tanto che ebbi l'impressione di avere scoperto un'edizione evoluta dei Necrodeathprocreata negli occulti locali dell'Area 51.  L'entusiasmo durò, purtroppo, il tempo di realizzare che Vektor, da Tempe - Arizona, fossero in realtà alla terza prova in studio: il four-piece depose le armi bioniche nel dicembre 2016, mentre il temibile Di Santo si rendeva protagonista di vicende personali...borderline. Come spesso accade, del resto, alle menti pervase dalla follia creativa.

La resurrezione avviene con un breve split, in cui la nuova formazione dei Vektor (resta, oltre Di Santo, il tecnicissimo Erik Nelson alla chitarra solista) offre due imperdibili inediti e concede il "lato B" all'apprezzabile debuttante Cryptosis.

Vektor rivede parzialmente il proprio credo e sostituisce il ruggito lancinante con un timbro vocale ben più inquadrato nella tradizione della Bay Area. Le composizioni, d'altro canto, subiscono pressappoco la medesima mutazione. Il dedalo di dissonanze e forme scalari disorientanti sembra attutito fin dall'iniziale "Activate", compilazione di figure minatorie più simili a Metallica e Destruction che ai già citati araldi del techno-thrash.
"Dead by dawn" è un'eccezionale mini-suite sviluppata sul tipico percorso policroma dei Vektor, con una lunga introduzione melodica (dal palese gusto progressivo anni '70) che divampa nell'ennesimo, fragoroso attacco nucleare di metal chirurgico.

Nella porzione riservata a Cryptosis, spirano venti di modernità ed incombono terrificanti aperture sostenute dai sintetizzatori (si ascolti il finale di "Prospect of immortality"): una manna per chi accusasse la sterzata retrò nella rotta dell'astronave Vektor.

District-19 stampa, con un'accattivante copertina degna delle proporzioni viniliche, un'uscita che rifornisce il settore extreme di una credibilità perduta e che non può, quindi, lasciare indifferenti.

Massimo

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