INTERVISTA, "salotto Doom" con Salvatore Fallucca!
Quando ho deciso di dare spazio, su Hammerblow, al sound della malasorte, ho ritenuto necessario l'intervento di una voce esterna ben più eminente, in materia, rispetto alla mia. Salvatore Fallucca non ha bisogno di presentazioni, dato il suo curriculum giornalistico nel settore metallico - che mi auguro conosciate tutti: "The Millennium of Doom", sua ultima fatica su carta stampata, è uno di quegli articoli destinati a diventare un punto di riferimento per i fans del versante più accigliato della tradizione Heavy Metal. Fallucca si è dimostrato estremamente disponibile nell'esporre qui il suo rapporto con le più recenti litanie del doom e nell'aggiungere importanti note integrative al suo pezzo - che potete, anzi dovete, leggere sulla neonata rivista Rrazorr!
Minacciose figure incappucciate, rituali provenienti da epoche ignote, antichi castelli in rovina ed altre tremende suggestioni, dalla storia medievale fino alle più allucinanti percezioni ultraterrene: questa è la cornice del doom, oggi come nelle decadi trascorse ed ormai lontane...
Massimo Machetti,
aprile MMXXI
L'intervista
HB: Ciao Salvatore, vorrei iniziare l'intervista chiedendoti quali sono le tue sensazioni iniziali, alla luce di questa nuova avventura editoriale chiamata Rrazorr...
SF: Per me, grande entusiasmo. Se ci hai fatto caso, su Classix Metal il mio contributo era andato via via affievolendosi perché personalmente sono molto più coinvolto nel seguire quello che succede nella scena musicale contemporanea che nel frugare ciò che è accaduto in passato. Questo non perché non attribuisca importanza al passato (tutt'altro), ma semplicemente perché nei sottogeneri che amo di più (doom, dark sound, horror metal e affini) credo di aver già recuperato, o ascoltato in tempo reale, tutto o quasi quello che mi serviva. Al contrario, adesso esce una valanga di materiale, quindi, se non resto "sul pezzo", rischio di perdermi quel capolavoro che potremmo trovarci a celebrare in futuro. Ed io quel capolavoro spero di scoprirlo in tempo reale, non in futuro!
HB: Prendo immediatamente spunto da questa tua osservazione sull'andamento attuale dell' "output" metallico, per chiederti circa lo stato di salute del doom. Personalmente, trovo che sia un genere che, pur rimanendo relativamente underground, non ha mai avuto periodi di calo qualitativo evidente....né di perdita di credibilità. Che ne dici?
SF: Ahahah ti ringrazio... spero tuttavia che il mio pezzo risulti meno...ehmm ...diciamo "controverso" di quello speciale sull'epic metal. All'epoca l'articolo del Fuzz mi sconvolse la digestione per diversi giorni...
HB: ...forse ho capito a cosa ti riferisci...ma a proposito di Metallo Epico: ricordo di aver scoperto, circa venti anni fa grazie ad una tua recensione, i misconosciuti Black Night di "Master of disaster". Oggi, quanta attenzione riservi al doom e quanta all'heavy più "classico"?
SF: Sono lieto che una mia recensione abbia sortito quell'effetto! Devo purtroppo ammettere che l'enorme quantità di materiale immesso in circolazione mi ha imposto delle priorità e ho dovuto sacrificare una buona parte dell'attenzione che riservavo al metallo classico/epico per monitorare il più scrupolosamente possibile ciò che avviene in area doom/dark/horror. Mi riesce più facile innamorarmi delle nuove leve con lapidi e candelabri piuttosto che di quelle con spadoni ed elmi cornuti. Per un gruppo come gli Eternal Champion o gli Starscape (questi finora stanno solo in formato digital e ti suggerisco vivamente di scoprirli!), che in effetti mi sono piaciuti parecchio, ce ne sono tantissimi, come i Visigoth, che magari saranno bravi ma non riescono più ad esaltarmi. Cerco tuttavia di tenere un occhio aperto anche su quel mercato e alcuni amici non mancano di segnalarmi le realtà più interessanti.
HB: Entriamo invece nell'antro oscuro che abilmente hai descritto nel tuo "special": tra i nuovi araldi del doom che hai preso in esame, mi sono piaciuti in particolare Worshipper e Ruby the Hatchet. Aggiungo anche il disco dei Dautha, forse un po' troppo devoto al Candlemass-sound, ma davvero consigliabile. Vuoi aggiungere qualcosa su questi tre nomi?
SF: Ok, allora: WORHSIPPER li ho scelti perché è come se nel loro sound ci fosse quella inconsapevolezza di appartenere ad un certo genere, che era propria dei gruppi degli anni '80, quando ancora gli stilemi non erano rigidamente codificati. Questo rende la loro proposta estremamente genuina, ma il rovescio della medaglia è che potrebbero facilmente allontanarsi dal doom e vagare per altri lidi - aspetto con apprensione la loro prossima uscita in studio.
RUBY THE HATCHET sono il perfetto esempio del discorso che facevo prima relativamente all'originalità delle nuove generazioni del cosiddetto "occult rock". Il loro sound sembra decisamente anni '70, ma negli anni '70 non c'era nessun gruppo che suonava come loro. Credo che questa band incarni la forza di questa corrente anche meglio dei più blasonati Lucifer. DAUTHA sono, come hai detto tu, molto devoti ai loro connazionali Candlemass, ma hanno un alone sacrale ancora più sviluppato e, nell'ambito dell' epic/doom, anche un piccolo margine di personalità come questo (oltre ovviamente a delle buone canzoni) non mi sembra trascurabile.
HB: In uno dei paragrafi introduttivi del tuo pezzo, ridefinisci il Gothic Doom con una precisazione che trovo giusta: suggerisci infatti di ricondurlo alla branca "dark" della new wave degli anni '80. Mi piacerebbe invece commentare qui l' "altro" gothic doom, quello di My Dying Bride, Celestial Season ecc. Ovvero il primo sottogenere del doom di cui la mia generazione ha potuto vedere i natali "in diretta"...
SF: durante la prima metà degli anni '90 provai ad esplorare quella corrente che, all'epoca, era nuova. Ma, dopo la curiosità iniziale, mi ritrassi subito. Anche se avevano addolcito i toni, quella era gente che veniva dal metal estremo e ciò continuava ad emergere nel modo in cui costruivano i riff e strutturavano le canzoni (per non parlare di quelli che continuavano ad usare il growl). Il loro intento era quello di continuare ad essere estremi e più pesanti possibile attraverso la lentezza, e non è quello che io cerco. Non entro nel merito della qualità, ma decisamente non fa per me. Ancora adesso, la fatica più grande per me è riuscire a scremare online i gruppi doom (che voglio ascoltare) e la miriade di bands etichettate come tali, che invece se ne esce con marce iper-rallentate e vocals belluine...che francamente mi interessano meno di nulla.
HB: Ok, vorrei chiudere questa chiacchierata con una curiosità. Come ti rapporti al prog italiano degli anni '70? E' un genere che ascolti? Io ci sento molti elementi anticipatori del metallo più oscuro, soprattutto in quelle bands che avevano un'attitudine sonora più proiettata verso l'hard...
SF: Sono molto legato a quel genere e, quando prima menzionavo il dark sound, mi riferivo proprio alla denominazione che, negli anni '70, veniva data a quelle forme di progressive rock più tetre e minacciose. L'Italia aveva una scena prog straordinaria e, come in seguito per il doom vero e proprio, la sua compagine più oscura si ritagliò un posto peculiare nella scena internazionale. Ormai è globalmente riconosciuto che nomi come Goblin, Jacula, Balletto Di Bronzo, Metamorfosi etc hanno imposto una via italiana al dark sound, esattamente come Death SS, Paul Chain, Black Hole e The Black, hanno fatto nel doom dieci anni dopo. Gruppi come quelli succitati, ma anche i più sotterranei Blue Phantom, Lydia e Gli Hellua Xenium, Scorpyo, I Vermi, I Samurai ecc possono offrire piacevolissime sorprese per gli estimatori del metallo oscuro. Mantenere quel filo conduttore è anche uno dei propositi che mi sono posto con i miei Gothic Stone, quindi non esito a dirti che, per me, il doom metal deriva da quelle radici.
HB: Salvatore, se vuoi aggiungere qualcosa...
SF: Aggiungo solo i miei più sentiti ringraziamenti a te e a tutti coloro che leggeranno questa intervista, così come a quelli che si sono interessati ai miei articoli, da Flash e Metal Shock fino a Rrazorr. Haeresis vobiscum!