INTERVISTA: Adramelch, Marzo 2004

29.12.2021
Adramelch, 2004
Adramelch, 2004

Rileggendo l'intervista che realizzai nel marzo del 2004 ed apprezzando ancora una volta lo sforzo creativo "Irae Melanox" - primo album dei milanesi Adramelch - , non ho potuto fare a meno di soffermarmi su un dettaglio cui avevo dato, all'epoca, la giusta importanza. Se oggi dovessi intervistare di nuovo questa eccezionale band, e non è certo mio costume spendere aggettivi sontuosi dove non necessari, chiederei sicuramente come mai, secondo loro, nessuno tra gli heavies italiani prima di Adramelch avesse provato a contaminare il proprio suono con soluzioni ed atmosfere mutuate dalla Musica Antica. Possibile che, prima del 1988, il solo Angelo Branduardi (oltre alla falange settantiana ipnotizzata dal "flauto magico" di Ian Anderson!) avesse omaggiato in maniera esplicita un retaggio culturale così smaccatamente "europeo"? Forse che il Metal Italiano avrebbe dovuto osare di più, per poter vivere - oggi - con meno rimpianti?

Senza scomodare quanto detto & fatto (appunto) in terra albionica da Rainbow e Jethro Tull, una cosa è certa: persino il Nuovo Continente fu in grado di surclassarci senza fatica in un gergo musicale che, in teoria, avrebbe dovuto essere...affaire nostro! E' abbastanza desolante constatare che, partendo dagli esperimenti primordiali di Beowulf, Manilla Road e Cirith Ungol, gli americani arrivarono presto ad inglobare perfettamente il dark-medieval-sound nel clangore metallico di Manowar, nelle apparizioni mistiche dei Warlord e - appena più tardi - nelle trame complesse dei primi Fates Warning.

***

"IRAE MELANOX" è una indie che ancora resiste alla spinta vorticosa dell' e-commerce, un Sacro Graal per i collezionisti di ieri come per quelli di oggi. Non solo: oltre all'introvabile vinile di marca Metalmaster, scarseggiano ormai anche le non poche ristampe in formato compact. Dal punto di vista dei contenuti, il primo Adramelch non ha perso affatto il fascino caratteristico dell'opera-heavy colta e sofisticata, arenandosi purtroppo sui soliti limiti di una produzione deprimente.

Come spesso accadeva negli anni di Hammerblow 1.0, contattai gli Adramelch poiché da qualche tempo si vociferava di una loro riunione. Rispose il bassista Franco Avalli che - stando alle note di copertina dell'album "Broken history", 2005 - appena un anno dopo questa intervista non avrebbe più fatto parte della band.
Conosco poco la seconda-vita di questi menestrelli dell'immaginifico, dato che già l'ascolto dello stesso "Broken history" mi diede giusto qualche tiepido stimolo; al di là dei (miei) gusti, è comunque innegabile che altre compagini medievali italiane abbiano onorato il Terzo Millennio con opere di maggior rilievo.

Massimo

L'INTERVISTA

HB: [...] dove sono stati e cosa hanno fatto gli Adramelch dal 1988 ad oggi (2004)?

FA: Dove siamo stati? Non in naftalina di certo, io e Vittorio abbiamo suonato insieme in varie altre situazioni musicali diverse dall'HM, Gianluca ha continuato a suonare e comporre per proprio conto (privilegiando però la pittura), Luca si è trasferito a Roma dove suona con altri gruppi e Alessandro non lo sento da anni e non so dirti.

HB: Avete letto le recensioni del vostro ellepì, che circolano sui siti-internet tedeschi e italiani?

FA: Si, e sono molto contento che il disco sia stato rivalutato con gli anni!

HB: Negli ultimi tempi si stanno riformando molte cult-band del passato: non pensi che la vostra reunion possa essere fraintesa e scambiata per una mossa puramente strategica?

FA: Ci sono state altre due "reunion", nel '90 e nel '97, dove però non eravamo molto convinti...sia di noi sia del genere musicale, per cui sono andate a monte. Questa ultima è invece molto stabile e nasce dal fatto che intendiamo ricucire il percorso che abbiamo interrotto allora, convinti di avere ancora molte cose da dire.

HB: La storia del vostro primo album è contorta e piena di "voci di corridoio". Si mormorava che "Irae Melanox" fosse finito per puro caso su LP e che la stampa Metalmaster fosse poco più che un bootleg ufficiale...sveliamo ai lettori la storia e smascheriamo la leggenda?

FA: Lasciamo che la leggenda continui...

FA: Il disco lo abbiamo inciso per farlo ascoltare alla gente. Non me ne vogliano i colleghi, ma io sono PRO Reborn Classics, di cui tra parentesi non sapevo neanche l'esistenza!

HB: [...] nel 1999, uscì una ristampa italiana di "Irae Melanox" con copertina restaurata e colorata. Sarò sincero: non mi sembrò così accattivante...anzi, senza offesa ma preferisco il CD della Reborn...

FA: Non mi offendo di certo, anche perché come ti dicevo sopra non ho mai visto il CD Reborn. Anzi, so che altre versioni non-ufficiali sono state stampate in USA, in Grecia, Giappone e Russia!

HB: Descrivici nei dettagli la nuova line-up degli Adramelch [...]. Cosa si prova oggi, nel 2004, a risuonare i vecchi pezzi e a comporne di nuovi? In fondo sono passati ben 16 anni dall'uscita di "Irae Melanox"...

FA: La nuova line-up è composta da me (basso), Vittorio Ballerio (voce) e Gianluca Corona (chitarra) componenti originali; a noi si sono aggiunti Sigfrido Percich (batteria) e Davide Doviti (tastiere), in più per il momento siamo supportati da Andrea Volontè alla seconda chitarra, per i live. Suonare i vecchi pezzi è molto divertente anche perché la nostra precedente attività live è stata molto esigua...alcuni pezzi non sono mai stati suonati dal vivo! Quelli nuovi ovviamente ci piacciono in particolar modo. Comporre e suonare i nuovi pezzi è alla base di questa "reunion".

HB: Su quali coordinate si muoverà il nuovo disco? Attinenze con il vostro sound degli esordi? [...]

FA: Probabilmente il disco uscirà a fine anno; ti posso anticipare solo che non ci saranno batterie elettroniche, voci al megafono o altre stronzate di sorta, ci saranno i pezzi nuovi degli Adramelch.

HB: Avete pianificato qualche data italiana per il futuro?

FA: E' ancora tutto da concordare, incominceremo l'attività live da Aprile, però le uniche date certe sono purtroppo solo in Germania. Chissà se adesso ci faranno suonare anche in Italia... forse l' estero-isteria, che da sempre colpisce lo Stivale, ha fatto il suo tempo?

HB: Quel disco oggi viene venduto, in vinile, a circa 150 euro (valutazione tutt'ora stabile, nda) ed è sulle wantlist dei collezionisti di tutto il mondo. Per voi è un motivo di orgoglio o solo una spinta per contestare il mercato del vinile usato, che ultimamente sta proponendo dei prezzi più che mai inaccessibili?

FA: Sono felice che l'album sia considerato un cult nel genere; per quanto riguarda i prezzi, come per qualsiasi altra merce è la quantità limitata purtroppo a far lievitare l'importo; orienterei molto più volentieri il mio disprezzo verso il costo esorbitante dei CD nuovi e verso le strategie da "cartello colombiano" delle majors!

HB: "Irae Melanox" viene spesso accostato allo stile di Queensryche, Warlord e Fates Warning. Che rapporto avete, o avevate, con la musica di quelle bands? Quale musica vi ispirava allora e quale vi ispira oggi?

FA: Conoscevamo ed apprezzavamo i Queensryche ed io personalmente il primo dei Fates Warning, nel '90 mi hanno fatto conoscere "Court in the act", se ben ricordo, dei Warlord (i ricordi erano, a ben vedere, leggermente appannati... nda) con i quali ho trovato parecchie similitudini sonore con noi, però all'epoca delle registrazioni noi non li avevamo mai sentiti. All'epoca erano di casa Mercyful fate, Queensryche, Helloween e Celtic frost. Ora, per quello che riguarda me: Muse, US Maple, Fugazi, Motorpsycho e Refused.

HB: Voi siete uno dei tantissimi gruppi che agli inizi degli anni '90 furono "vittime", in senso buono in fin dei conti, della Reborn Classics, etichetta-bootleg che si divertì a ristampare Sacred Blade, Culprit, Jag Panzer, Medieval Steel e tanti altri compreso il vostro LP. Hai seguito quella vicenda? I Sacred Blade hanno addirittura iniziato una campagna pubblicitaria anti-Reborn-Classics sul loro sito! Come ti poni di fronte a questa questione?

FA: Il disco lo abbiamo inciso per farlo ascoltare alla gente. Non me ne vogliano i colleghi, ma io sono PRO Reborn Classics, di cui tra parentesi non sapevo neanche l'esistenza!

HB: [...] nel 1999, uscì una ristampa italiana di "Irae Melanox" con copertina restaurata e colorata. Sarò sincero: non mi sembrò così accattivante...anzi, senza offesa ma preferisco il CD della Reborn...

FA: Non mi offendo di certo, anche perché come ti dicevo sopra non ho mai visto il CD Reborn. Anzi, so che altre versioni non-ufficiali sono state stampate in USA, in Grecia, Giappone e Russia!

HB: Descrivici nei dettagli la nuova line-up degli Adramelch [...]. Cosa si prova oggi, nel 2004, a risuonare i vecchi pezzi e a comporne di nuovi? In fondo sono passati ben 16 anni dall'uscita di "Irae Melanox"...

FA: La nuova line-up è composta da me (basso), Vittorio Ballerio (voce) e Gianluca Corona (chitarra) componenti originali; a noi si sono aggiunti Sigfrido Percich (batteria) e Davide Doviti (tastiere), in più per il momento siamo supportati da Andrea Volontè alla seconda chitarra, per i live. Suonare i vecchi pezzi è molto divertente anche perché la nostra precedente attività live è stata molto esigua...alcuni pezzi non sono mai stati suonati dal vivo! Quelli nuovi ovviamente ci piacciono in particolar modo. Comporre e suonare i nuovi pezzi è alla base di questa "reunion".

HB: Su quali coordinate si muoverà il nuovo disco? Attinenze con il vostro sound degli esordi? [...]

FA: Probabilmente il disco uscirà a fine anno; ti posso anticipare solo che non ci saranno batterie elettroniche, voci al megafono o altre stronzate di sorta, ci saranno i pezzi nuovi degli Adramelch.

HB: Avete pianificato qualche data italiana per il futuro?

FA: E' ancora tutto da concordare, incominceremo l'attività live da Aprile, però le uniche date certe sono purtroppo solo in Germania. Chissà se adesso ci faranno suonare anche in Italia... forse l' estero-isteria, che da sempre colpisce lo Stivale, ha fatto il suo tempo?
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