HO RIASCOLTATO, Oracle - S/T 1989
ORACLE - Oracle (Cambayà Records, 1989)
Scoperti grazie alla mole di bootlegs che la Unisound (con lo pseudonimo stracult di Hot Metal Records) sparpagliò per l'Europa tre lustri orsono, Oracle offrono un'isolata testimonianza delle cronache metalliche dal remoto lembo di Gibilterra. Chiunque abbia avuto modo di interfacciarsi personalmente con me, sa benissimo quanto il sottoscritto sia avaro di esultanze, di fronte all'hard proveniente dalle aree geografiche neolatine, tantomeno in occasione delle risibili rivalutazioni: ciò non toglie che ogni eccezione o smentita siano le benvenute.

"Oracle", edito nel 1989 ma dal look piuttosto demodé, è un album che mostra tessiture di livello sorprendentemente buono, una voce solista del tutto credibile, idee compositive affatto banali e solo marginalmente affette da provincialismo.
Perché, dunque, Oracle non ottennero quella fetta di popolarità che avrebbero meritato, almeno all'interno della nicchia dei metalheads? Una deformazione "professionale" mi costringe ad evidenziare come l'unico chitarrista in formazione sia decisamente a proprio agio su una bordata quale "Killer Queen" (straripante negli arrembaggi maideniani!) e molto meno sugli episodi solistici mid-paced. La varietà stilistica dei brani, che fa di "Oracle" un album forse troppo eterogeneo, è altresì imputabile.
Dal gradevole trittico melodico iniziale, cui la particella tastieristica conferisce un po' di quel pulviscolo stellare proprio dell'orbita AOR, Oracle si lancia in esercizi affini alle eccellenze heavy metal americane: "Murder in the streets" ha la corporatura massiccia di Fifth Angel, "Dreaming" e "Fool for your love" sono ottime riproduzioni del Dokken-sound su territorio insospettabile.
Il resto è da ricondurre -più o meno- alla matrice British, con "Never want to cry" che sintetizza i frangenti più gotici del primo Iron Maiden ("Remember tomorrow", "Transylvania" ecc).
Lungi dall'essere irrinunciabile, "Oracle" è un ascolto meritevole e vale senza dubbio la pena mettersi alla ricerca di una ristampa a buon mercato; oppure, in caso di disponibilità economica, puntare alla prima edizione in vinile, dalla quale potrete apprezzare appieno la luminosa e particolarissima copertina d'intenzione prog-seventies.
Massimo
