EDIZIONE STRAORDINARIA: KLAUS SCHULZE, espresso galattico ultima fermata

28.04.2022

Dalla rifondazione di Hammerblow ad oggi, questo è probabilmente l'articolo meno attinente ai temi trattati di consueto. Ci sono però artisti che rappresentano qualcosa di difficilmente spiegabile in termini tecnici, e travalicano i confini tradizionali delle classificazioni "per generi".
Volendo parafrasare il concetto usando un gergo più popolare: a prescindere dalle zone di comfort su cui si adagiano le nostre preferenze stilistiche, esiste un numero limitato di personaggi o realtà che hanno fortemente contribuito ad alimentare l'amore per la Musica in ognuno di noi. E non mi riferisco soltanto alle pulsioni romantiche o nostalgiche; amare la Musica in maniera incondizionata (e scollegata da qualsiasi altra urgenza personale), non è uno scherzo.

Klaus Schulze in un'immagine "classica" (foto dal web)

Come i Queen sono stati - per me - la miccia che ha innescato tutto, a cavallo tra i giorni dell'infanzia e quelli dell'adolescenza, Klaus Schulze e la sua visione hanno sconvolto la mia percezione dell' "arte delle muse" in età decisamente più matura e consapevole. Ricordo la prima volta che lasciai cadere la puntina del giradischi su una copia appena acquistata del doppio "Cyborg": non avevo mai ascoltato niente di così allucinante, non c'era alcun dubbio. Gli oscillatori pilotati da Schulze toccavano vertici di estremismo che perforavano le orecchie!

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A dispetto dei grandi ricercatori di forme, per cui gli anni '60 e '70 sono stati terreno incredibilmente fertile, la Berlin School ha cercato, in egual misura, di dimostrare che la ricerca poteva sbarazzarsi di qualunque forma, per inseguire esclusivamente la SOSTANZA. Qualsiasi concetto accademico, nei limiti del possibile, viene meno nella cosidetta "kosmische musik", ogni struttura si sgretola in mille pezzi, come in un titanico cozzo di meteoriti; è dal Nulla Cosmico, da un ignoto quasi Lovecraftiano, che i pionieri tedeschi volevano dimostrare di poter ripartire, per una quest verso la purezza, verso il sogno della Sinfonia Perfetta.

L'infinità dello Spazio e il vuoto siderale, con i suoi silenzi agghiaccianti, diventano quindi la cornice ideale per i viaggi, i deliri, le elucubrazioni e le meditazioni elettroniche dei Tangerine Dream - nella cui formazione originaria milita Klaus Schulze (alla batteria), oltre a Edgar Froese e il meno noto Cornad Schnitzler, che in futuro comporrà un'inquietante intro per l'esordio dei Mayhem!

La carriera del Klaus Schulze batterista si snoda proprio attraverso il loro primo album e il debutto degli Ash Ra Tempel (insieme al chitarrista-sperimentatore Manuel Gottsching), ma qui non siamo a redigere una biografia, nè a scrivere sterili recensioni delle opere del Maestro. La porzione discografica di Klaus Schulze che porterò per sempre nel cuore e nella mente, come una delle massime espressioni Novecentesche dell'indagine sonora, comprende tutta la prima parte del suo percorso solistico.
La tacita rivalità con la produzione più sperimentale dei Tangerine Dream è ovvia, ma il cargo interstellare di Klaus Schulze segue evidentemente una rotta ancora più sofisticata e maniacale: il suo approccio all'uso dei sintetizzatori è wagneriano, costantemente ossessionato dalla riuscita di maestosi crescendo e di mesmerizzanti arpeggi al sequencer.

Schulze era un genio dell'improvvisazione, lo dimostrano i numerosi "bootleg ufficiali" risalenti agli anni '70, tutti disponibili in formato compact.
In studio, dal terrorismo acustico di "Irrlicht" - un vero manicomio per organo solo - al più popolare e melodico "Timewind", dalla gelida desolazione perfettamente dipinta con il suo esperimento più ambient ("Mirage", 1977) all'apoteosi sinfonica del doppio vinile "X", Klaus Schulze ha spinto la musica elettronica fino ad un astrattismo perfettamente sensato e mai più raggiunto, scavando probabilmente il solco più profondo ed inimitabile nell'epopea del sound-design.

"Inimitabile" che spesso è, paradossalmente, sinonimo di..."soltanto imitabile". Con la scomparsa di Klaus Schulze, la corsa dell'ultimo Corriere Cosmico giunge al capolinea, lasciando in eredità quel frammento che racchiude l' Essenza, quel granello di sabbia che - per chi ricorda l'emblematica sequenza de "La storia infinita" - vale il Regno dell'Immaginazione.

Buon viaggio, Maestro.

Massimo

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