EDIZIONE STRAORDINARIA: addio a Bill Tsamis dei Warlord

16.05.2021
Warlord su Metal Shock nel 1987. Collezione privata
Warlord su Metal Shock nel 1987. Collezione privata

WILLIAM J. TSAMIS (1961-2021)

Il sipario è calato. Uno degli ultimi miti di metallo ha detto addio a questo mondo per raggiungere, forse, la Volta Celeste e ricongiungersi, nello spirito, ad essa.
Il patrimonio musicale lasciatoci da William J. Tsamis, tessitore di melodie arcane e coltri sonore tutt'altro che terrene, vive nei controversi ed affascinanti microsolchi di Warlord e Lordian Guard, nel romanticismo con cui questo Cavaliere d'argento amava declinare la drammaticità dell' Epos in Metal.
Tsamis era un condottiero atipico, come gli eroi malinconici nati dalla penna di Michael Moorcock, ma -più di ogni altra cosa- era uno dei MIEI idoli. Ho amato la sua opera nella consapevolezza che neanche una micidiale cover di "Child of the damned" da parte degli Hammerfall sarebbe riuscita a sdoganare del tutto la Warlord-mania tra i metalheads italiani. Avevo ragione. Lo status di icona presso una fetta di sedicenti cultori del metallo underground arrivò più tardi, con l'approssimativa riunione del 2002 - fronteggiata proprio dall'ex Hammerfall, Joacim Cans!

Ricordo una domenica pomeriggio, circa a metà anni '90, a casa di un parente che, ben informato sulla mia passione per l'heavy, mi mostrò quanto da lui raccolto in formato vinilico svariati anni prima. Quando, sfogliando le copertine, incontrai un paio di dischi marcati Warlord, gli chiesi se avesse intenzione di venderli: niente da fare. Avremmo potuto parlare del resto, ma non di quei due dischi.

***

Controversi, dicevamo. La discografia dei Warlord consta essenzialmente di un solo album, l'irrinunciabile "Deliver us" (1983), seguìto a distanza ravvicinata dal 45-giri stracult "Aliens / Lost and lonley days" e dall'enigmatico live a porte chiuse "And the cannons of destruction have begun", ultima uscita corredata di materiale inedito dal valore indiscutibile. Dopodiché, soltanto pubblicazioni rievocative ("Thy kingdom come" ed il compact "Best of Warlord" del 1993) comunque preziose.

intervista di P. Cossali del 1987. collezione privata
intervista di P. Cossali del 1987. collezione privata

Ciò che più importa, però, è che la chitarra di William "Bill" Tsamis riuscì fin dall'inizio a sviluppare in maniera assolutamente distintiva le basi concettuali gettate da Ritchie Blackmore, Uli Jon Roth e Michael Schenker; il suo era un neo-Rinascimento in armatura heavy, un arco infallibile che scoccava bagliori astrali come "Lost and lonely days", "Deliver us from evil", "Winter tears" e "Black mass".
Ritornò spesso sui suoi "scritti giovanili" elaborandoli ed adattandoli al progetto interlocutorio Lordian Guard (insieme alla compagna Vidonne Riemenschneider) e alle successive reincarnazioni dei Warlord, senza riuscire però a riesumare l'impareggiabile alone di mistero degli esordi. E' del 2013, invece, una collezione di nuovi, notevoli inediti dal titolo "The holy empire".

L'Heavy Metal piange oggi uno dei suoi angeli d'acciaio più lucenti, cui sicuramente non verrà mai reso il giusto onore. Hammerblow, però, non può permettere che tutto finisca, come al solito, in sordina. Gloria in excelsis.

Massimo

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